Diritto di Prelazione Agraria
- Gregorio Arcaleni
- 22 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Cos'é la Prelazione Agraria? Iniziamo innanzi tutto dicendo che cos'è la Prelazione Agraria.
Brevemente si potrebbe descrivere come un diritto potestativo riconosciuto per legge, in caso di compravendita, al coltivatore diretto, che gli consente di acquistare con priorità un terreno agricolo messo in vendita, subentrando all’acquirente alle stesse condizioni. Nel cuore del diritto agrario italiano esiste un istituto che, pur essendo poco conosciuto al di fuori degli ambienti giuridici e rurali, svolge un ruolo fondamentale nella tutela del lavoro agricolo e nella gestione razionale del territorio: il diritto di prelazione agraria. Questo diritto, disciplinato principalmente dalla Legge n. 590 del 1965 e dalla Legge n. 817 del 1971, consente a determinati soggetti – in particolare coltivatori diretti – di avere priorità nell’acquisto di terreni agricoli messi in vendita.
Chi Può Esercitarla?
Quindi, la prelazione agraria è un diritto che consente al coltivatore diretto di acquistare un terreno agricolo prima che venga venduto a terzi. Esistono due principali tipologie:
1. Prelazione dell’affittuario del fondo agricolo: prevista dall’art. 8 della Legge 590/1965, si applica a chi coltiva il fondo da almeno due anni.
2. Prelazione del proprietario confinante: disciplinata dall’art. 7 della Legge 817/1971, riguarda il coltivatore diretto proprietario di un terreno adiacente a quello in vendita.
In entrambi i casi, il soggetto deve essere un coltivatore diretto, non semplicemente un imprenditore agricolo. La legge è chiara nel distinguere tra chi esercita attività agricola in modo diretto e chi lo fa in forma imprenditoriale.
Requisiti del Terreno e del Coltivatore
Il terreno deve avere destinazione agricola e risultare accatastato come tale. La presenza di edifici non esclude la prelazione, purché siano funzionali alla coltivazione. Sono invece esclusi i terreni con destinazione edilizia, industriale o turistica.
Il coltivatore diretto deve avere un titolo giuridico valido (come un contratto di affitto agrario) e coltivare il fondo da almeno due anni. Non sono ammessi comodatari, detentori senza contratto, o soggetti il cui contratto sia scaduto o nullo.
Anche le cooperative agricole e le società di persone agricole possono esercitare la prelazione, a condizione che almeno metà dei soci siano coltivatori diretti.
Come si Esercita il Diritto di Prelazione?
Il proprietario del fondo deve notificare al coltivatore diretto, tramite raccomandata, la proposta di vendita (denuntiatio), allegando il contratto preliminare. Il coltivatore ha 30 giorni per esercitare il diritto, subentrando all’acquirente alle stesse condizioni. Se la notifica non viene effettuata, il coltivatore può esercitare il diritto di riscatto (retratto) entro un anno dalla trascrizione della vendita, pagando il prezzo concordato. La forma della comunicazione è oggetto di dibattito giurisprudenziale. Alcune sentenze ritengono sufficiente la comunicazione verbale, mentre altre – come la Cassazione civile n. 26079/2005 – insistono sulla necessità della forma scritta “ad substantiam”, per garantire certezza e tutela degli interessi coinvolti.
Aspetti Dibattuti
Nel contesto storico giurisprudenziale, molti sono i casi pratici e i precedenti relativi ad aspetti sempre dibattuti , ma fondamentali come:
- La contiguità tra fondi (fisica e non solo funzionale).
- L’esclusione della prelazione in caso di destinazione non agricola.
- L’onere probatorio per il coltivatore confinante.
- Il riconoscimento della prelazione anche a silvicoltori, in certi casi.
Un principio costante è che la prelazione non incide sulla volontà del proprietario di vendere, ma solo sull’identità dell’acquirente.
Inoltre, non è ammessa la prelazione parziale se ostacola la vendita dell’intero compendio fondiario.
Per ulteriori domande contattaci, mail@arcalenis.com .
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